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Franco Basaglia e l’Istituzionalizzazione

 Franco Basaglia e la riforma psichiatrica 

Franco Basaglia è nato a Venezia nel 1924, ed è stato il protagonista della riforma psichiatrica in Italia. Si laurea in medicina e diventa psichiatra; in seguito dedicherà la sua carriera a combattere l'istituzionalizzazione dei manicomi. 
Negli anni 50' e 60', Basaglia iniziò a sviluppare un approccio innovativo alla psichiatria, opponendosi, al rinchiudere i malati mentali in istituti che li trattavano come prigionieri, più che come persone da curare.
Il suo impegno più significativo si concretizzò a Gorizia, dove, a partire dal 1961, Basaglia lavorò come direttore del manicomio. Qui mise in pratica il suo desiderio: abolire le barriere tra i medici e i pazienti, consentendo ad essi di partecipare attivamente alla propria cura e, soprattutto, promuovere l’idea che la malattia mentale non fosse una condanna a vita, ma una condizione che poteva essere trattata. Basaglia credeva che i malati psichiatrici non dovessero essere isolati dalla società, ma anzi, reintegrati in essa.
Questa rivoluzione delle pratiche psichiatriche culminò nella Legge 180 del 1978, che sancì la chiusura dei manicomi in Italia e promosse un approccio più umano alla psichiatria.
L’idea di Basaglia che la psichiatria dovesse concentrarsi sulla persona e non sulla malattia, influenzò non solo la psichiatria italiana, ma anche quella internazionale.
Franco Basaglia morì nel 1980, ma la sua eredità si trova nella riforma che ha cambiato per sempre il trattamento delle persone con disturbi mentali in Italia e nel mondo. 
La sua lotta contro l’istituzionalizzazione e la sua visione di una psichiatria più umana hanno reso possibile un cambiamento fondamentale nelle politiche sanitarie e sociali dell'Italia.

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