Émile Durkheim: Solidarietà e Coesione Sociale
Durkheim ha visto la società come un sistema complesso in cui ogni parte contribuisce all'armonia dell'insieme. Secondo lui, la stratificazione sociale non è necessariamente un elemento di conflitto, ma qualcosa che aiuta la società a funzionare. Nelle società più primitive, la solidarietà era "meccanica", cioè basata sulla somiglianza tra i membri. Man mano che la società si sviluppava, però, diventava sempre più organica, cioè fondata sulla differenza e l'interdipendenza dei vari gruppi sociali.
Durkheim credeva che la disuguaglianza potesse essere accettabile se fosse funzionale alla coesione della società. Se ogni gruppo sociale contribuiva in modo differenziato ma complementare, la disuguaglianza avrebbe avuto un ruolo nell’equilibrio sociale. In altre parole, la stratificazione poteva essere vista come un elemento che permetteva alla società di funzionare in modo efficiente, seppur con disuguaglianze evidenti.
Max Weber: Stratificazione Multidimensionale
Max Weber, invece, offre una visione più complessa della stratificazione sociale. Weber non si limitava solo alla divisione economica della società, come faceva Marx. Per lui, la stratificazione dipendeva da tre fattori distinti: classe sociale, status sociale e potere politico.
- Classe sociale si riferisce alla posizione economica di un individuo (ad esempio, ricco o povero).
- Status sociale riguarda il prestigio e il riconoscimento che un individuo riceve dalla società.
- Potere politico è la capacità di influenzare o controllare le decisioni politiche.
Questi tre elementi, secondo Weber, interagiscono e determinano le disuguaglianze in una società. A differenza di Durkheim, che vedeva la disuguaglianza come funzionale, Weber vedeva la stratificazione come fonte di conflitto. Le persone lottano per accedere alle risorse e al potere, e la disuguaglianza è una parte inevitabile della dinamica sociale. In questo senso, Weber riconosceva che la società è strutturata su linee di divisione che generano conflitti, ma che questi conflitti sono anche ciò che stimola il cambiamento sociale.


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